
Trovare nei propri tratti le ragioni dell’infelicità. Seguire il subconscio e trovare la cura. La lettura del viso, l’ultima mania a Los Angeles, alla prova.
Dieci anni a Los Angeles, capitale della New Age americana, mi hanno familiarizzato con ogni tipo di corso di autoguarigione, seminario per divinare il futuro (utilizzando, a scelta, i tarocchi, le rune celtiche, gli animali totemici nativi americani, l’I Ching o persino comunissimi granelli di sabbia), corsi di massaggio shatzu-watzu e ogni tecnica di “tocco” energetico e miracoloso. Così, quando ho cominciato a sentir parlare del face-reading (proprio così: lettura dei lineamenti del viso) e delle sue spettacolari rivelazioni, ho pensato che si trattasse, semplicemente, dell’ultima mania, il nuovo gioco in città nella terra di La-La-Land. Ma la mia curiosità, facile a venire risvegliata, continuava a essere punzecchiata dalle cronache che riportavano di questa o quella moviestar illuminata dalle predizioni sul suo futuro ottenute dalla “lettura” dei suoi zigomi o occipiti. Per farla breve, insomma, nel giro di una settimana mi ritrovavo anch’io a viaggiare alla volta delle colline di Hollywood (destinazione: una casa-studio di Benedict Canyon) e suonare il campanello alla porta di Lynn Rodden, acclamata face-reader guru delle star.
Lynn Rodden, 51 anni di cui venti passati a lavorare nello showbiz tra produzioni, sceneggiature e p.r., è una signora molto attraente. Alta, snella e con una capigliatura rosso smagliante, sembra molto fiduciosa nelle sue capacità di rimuovere ogni tipo di ostacolante bagaglio che i suoi clienti si portano appresso e che gli impedisce di “vivere le vite a cui sarebbero destinati, obbligandoli invece a essere ciò che sono stati programmati a essere da eventi occorsi in qualche punto delle loro vite e che hanno creato blocchi emotivi e associazioni reattive neuro-muscolari”. Ed ecco che già ai preliminari ho la mia prima sorpresa. L’incontro con la lettrice.
Mi aspettavo una semi-fattucchiera e mi ritrovo invece con una therapist che, mi spiega, utilizza il face-reading come una delle tecniche integrate in questo sistema “3 in 1” per la riduzione dello stress imparato da Daniel Whiteside e Gordon Stokes, che girano il mondo per diffonderlo e insegnarlo (vedi box). Daniel Whiteside è figlio del più famoso Robert Whiteside, padre putativo della “personologia”, ovvero proprio della scienza che utilizza le proporzioni e caratteristiche del corpo – e soprattutto del volto – umano per intuire le differenze di comportamento. Come dire che un carattere capriccioso si può riconoscere da una marcata differenza tra il lato destro e sinistro della faccia, una persona dotata di grande immaginazione dai bozzi frontali prominenti e una di poche parole dal labbro superiore sottile! Sapere riconoscere il significato di questi tratti offre il non indifferente vantaggio di poter prevedere lo stile di pensiero e il comportamento di una persona, i suoi desideri più intimi e le sue ambizioni. Sicuramente, aiuta nelle comunicazioni interpersonali sia che l’obiettivo sia quello di vendere Mercedes, ottenere una promozione o conquistare una ragazza (e ciò spiega l’affluenza alle classi di face-reading che Lynn offre, sporadicamente, quando le garba farlo).
La non-conoscenza di queste caratteristiche può invece portare a scelte totalmente castranti da parte di genitori o datori di lavoro o persone comunque con una certa autorità che forzano altri a essere ciò che non è nella loro natura, da cui la “programmazione” di cui si accennava prima. Visto che si tratta di “deprogrammare”, Rodden comincia col chiedermi di confidarle un grosso problema nella mia vita che mi piacerebbe risolvere. Nota bene: non sono venuta qui impreparata, ho fatto i miei compiti diligentemente e, sapendo che questa domanda sarebbe puntualmente arrivata, mi sono preparata una rispostina adeguata. Il denaro non c’entra Denaro, maledizione, risolviamo il mio totalmente inibito rapporto col denaro che me lo fa considerare una cosa quasi vergognosa, di cui è meglio non occuparsi e non parlare perché “non è di classe”.
Questo, almeno, era quello che avevo in mente.
E invece, non appena Rodden mi guarda direttamente negli occhi sfoderando un materno sorriso, ecco che mi sento dire che mi piacerebbe superare la mia paura dell’intimità nelle relazioni personali, che spesso mi porta a interromperle proprio quando stanno, come dire, passando il limite del mio controllo. Sinceramente, non credo di avere mai detto niente del genere a nessuno e neppure oggi pensavo proprio di farlo. Rodden mi spiega che la mia inclinazione al cambiamento, a volte anche quando non sarebbe necessario, e alla ricerca di nuovi orizzonti è scritta nei miei zigomi, troppo “avventurosi” per lasciarsi intrappolare in una situazione – sia lavorativa che affettiva – divenuta noiosa o ripetitiva o soffocante. Poi, già che c’è, mi dà una visione d’insieme di che cosa la mia faccia racconta: le sopracciglia segnalano un temperamento emotivo-drammatico, gli occhi (soprattutto il destro) l’essere pronta ad agire, le rughe sotto gli occhi dimostrano che ho raggiunto “grande compassione”; la forma del naso segnala fiuto per le notizie e desiderio di venire apprezzata, il mento largo una facile inclinazione a prendere posizione e un temperamento battagliero, la fronte piena creatività artistica ma anche la necessità di conoscenza e di informazione prima di prendere una decisione, e la bocca dice due cose diverse: che ho bisogno di esprimermi con il labbro superiore carnoso e sollevato e che sono generosa con quello inferiore ma anche, grazie alla lineetta bianca che ha cominciato ad apparire sul bordo inferiore, che ho cominciato a stufarmi di “dare, dare, dare senza preoccuparsi di ricevere in cambio”.
Scegli un libro, d’istinto.
A questo punto, Rodden mi fa sedere in una sedia piazzata davanti a un lettino da massaggio usato come tavolo dove ci sono diversi, consistenti libroni con titoli come Attitude with Essence, South African Healing Herbs, Messages for the Body Volume I e II, Bach Flowers. Stando in piedi di fianco a me, alla mia destra, appoggia la mano sinistra gentilmente sulla mia clavicola e intinge le dita della destra nel borotalco, per poi pressarle una contro l’altra mentre comincia una conversazione con il mio subconscio. Pressapoco, la conversazione si svolge così:
“Dimmi dove è cominciato il problema. A che età? 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8?”.
Rispondo di getto: Cinque.
“Chi c’era coinvolto? C’era mamma coinvolta?
No.
C’era papà?”
Papà.
“Che cosa ha fatto papà? Ti ha sgridato, rifiutato, lasciato sola, tradita”.
Tradita.
E a questo punto, ammetto, deglutisco con fatica perché in un secondo mi è tornato alla mente un trauma davvero grosso capitato proprio quando avevo cinque anni e mi trovavo con mio padre in un cinema. Rodden non sembra affatto preoccupata del mio irrigidimento, che a questo punto non dubito possa leggere nei miei muscoli, e continua imperterrita: “Quanto stress ha creato? Dal 10 al 20 per cento? Dal 30 al 40, 50 a 60, 70 a 80, 90 a 100? 101”. 101 per cento. “Quanta volontà abbiamo per cambiare? 30 per cento? 40, 50, 60? 70, 80, 90? 91,92, 93?”. 93 per cento. “Dimmi di che cosa hai bisogno per recuperare la fiducia. Hai bisogno di Attitude with Essence? Healing with Fairies? South African Flower Essence Book?”. L’ultimo. “A che pagina: 1 fino a 10, 10 fino a 20, 20 fino a 30, 30 fino a 40?” Da 30 a 35, anzi 33. Prende dal tavolo-lettino il librone delle essenze fiorite africane e lo apre alla pagina suggerita dal mio subconscio, alla voce chaparral: una medicina per la fiducia. Ulteriori sviluppi nella conversazione suggeriscono anche che io abbia bisogno della “fumaria” per risvegliare il mio “potere innato” e l’entusiasmo per la vita che sceglierò di creare, da questo momento in poi, senza il senso di colpa e di frustrazione ereditato da paparino quando ancora stavo nel pancione di mia madre (altra confidenza che il mio subconscio fa a Rodden nel corso della seduta). E al proposito, mi viene anche mostrato (e regalato) un barometro del comportamento che aiuta a trasformare le reazioni neuromuscolari allo stress (negative) in opposte e simmetriche scelte (positive), attraverso la consapevolezza. Fine della seduta. Pago i miei 75 dollari, la stessa tariffa – più o meno per lo stesso tempo – dei servizi di un buon hairstylist, ed esco di lì senza colpi di sole ma al contrario con la testa, e anche il corpo, più leggero. Curiosamente, mentre guido il percorso da Hollywood a Venice Beach, mi sento “calda” nonostante le brume serali in arrivo. E sorrido stupidamente da sola mentre viaggio a zig-zag fra le cinque corsie della freeway.
Sono davvero pronta a una nuova vita piena di fiducia negli altri, aperta a ricevere tutti i doni copiosi dell’universo che mi sono destinati e non più portata a stressarmi quando non ricevo dagli altri il riconoscimento che mi aspetto? Chi lo sa. Quello che è certo, è che quella notte dormo otto ore filate per la prima volta da quando ho traslocato nella nuova casa, senza svegliarmi all’improvviso nel cuore della notte pensando di essere da un’altra parte o preoccupandomi per qualche inezia o problema che potrei benissimo rimandare al giorno dopo. Parlando di stress, scusate se è poco. Consultazioni via e-mail Bill Whiteside, autore di uno dei testi sacri sull’argomento (Nature’s Messages), è il nipote di quel Robert Whiteside che negli anni Cinquanta trasformò l’antica scienza egiziana della fisiognomia in una scienza moderna chiamata “personologia”, applicandovi una metodologia statistica. “Mio zio studiò 68 diversi tratti facciali in 1200 persone e concluse che nell’86% dei casi le sue predizioni, basate soltanto sulle caratteristiche del volto, erano accurate”. Bill, che viene interpellato anche dalla polizia quando si tratta di ricostruire da un semplice identikit le inclinazioni comportamentali di un criminale per prevenirne le mosse, ha un suo personale website .
[small]Da Repubblica Gennaio 2003[/small]