Nessuna differenza tra uomini e donne: il cervello è unisex

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Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Pnas e condotto analizzando tantissime immagini di cervelli “scattate” con la risonanza magnetica per un totale di oltre 1400 individui di entrambi i sessi
30 novembre 2015
Nessuna differenza tra uomini e donne: il cervello è unisex
PARITÀ dei sessi anche dal punto di vista scientifico: non esistono differenze tra i cervelli di uomini e donne. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Pnas condotto presso l’Università di Tel Aviv. I ricercatori hanno analizzato tantissime immagini di cervelli “scattate” con la risonanza magnetica per un totale di oltre 1400 individui di entrambi i sessi. Dal confronto delle forme di diverse aree neurali nei cervelli di maschi e femmine è emerso che solo per un limitato sottogruppo di regioni neurali si possono riscontrate effettivamente alcune piccole differenze legate al sesso, ma che, ciononostante, non esiste un vero e proprio dimorfismo sessuale del cervello.
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Se da una parte la ricerca ha sfatato il mito delle differenze intellettive tra i generi, dall’altro ha evidenziato il fatto che il cervello di ciascun individuo è sempre un mosaico unico di caratteristiche, alcune più comuni nei maschi che nelle femmine, altre più comuni nelle femmine che nei maschi, altre ancora ugualmente comuni in maschi e femmine. Questo significa che nel cervello di un uomo è altamente probabile che ci siano anche tante regioni neurali di tipo femminile (la cui forma è statisticamente più diffusa nel cervello di donne), oltre che regioni neurali di tipo maschile (la cui forma è invece statisticamente più diffusa nel cervello di maschi).

L’analisi è stata ripetuta su quattro distinti set di dati di imaging ed è emerso che è una condizione rarissima (presente in appena l’8% dei cervelli esaminati) che il cervello di un individuo appaia o del tutto maschile (tutte le regioni sessualmente dimorfiche si presentavano “in versione maschile”) o del tutto femminile (tutte le regioni sessualmente dimorfiche si presentavano “in versione femminile”). L’eccezione che conferma la regola, dunque, una condizione che non può essere assunta come dato discriminante tra i sessi e che nega una distinzione di genere tra il cervello femminile e quello maschile.

“La repubblica” 30/11/’15

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