
Guardandoti allo specchio
Guardandoti allo specchio potrai osservare
contemporaneamente le varie sfaccettature che ti
contraddistinguono. La prima parte di te che osserverai sarà
quella determinata dal tuo sistema di credenze e dalla tua
autoimmagine interiore che si sono sviluppati durante il
corso della tua vita. In questo riflesso nello specchio potrai
vedere quello che “pensi di essere”, basandoti sulle tue
esperienze passate e su tutto ciò che hai appreso durante il
loro svolgersi. Come sappiamo, poco importa se le percezioni
individuali con le quali sono state vissute queste esperienze
siano state più o meno consone alla realtà oggettiva. E’ in
base a questo che continuerai a fare le tue valutazioni su ciò
che è giusto e su ciò che è sbagliato, su ciò che per te è un
pericolo o un impedimento, creando i presupposti dei
blocchi che ci accompagnano. Questo nostro sistema di
credenze, che ci induce a reagire oggi in base alla memoria
delle esperienze emotive vissute nel nostro passato e che
determina i nostri “dialoghi interiori”, si trova collocato nei
nostri lobi temporali, sinistro e destro, in un piccolo spazio
denominato “Amigdala”
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Ma se approfondiamo la conoscenza dell’immagine che
vediamo riflessa nello specchio, potremo notare anche come
si struttura il nostro viso e tutto il nostro capo, quali sono le
caratteristiche e le proporzioni cerebrali che lo
caratterizzano e che lo rendono diverso da chiunque altro.
Nel fare questa osservazione, potremo prendere contatto
con la nostra eredità genetica. Gli indicatori fisici che
possiamo distinguere ci dicono come agiremmo
spontaneamente, o potremmo scegliere di agire
spontaneamente, in modo istintivo e naturale, indirizzando
le nostre azioni verso la realizzazione positiva dei nostri
obiettivi, se non fossimo condizionati dai dubbi e dai soliti
sentimenti che ci ostacolano. Quindi, da questa seconda
occhiata allo specchio, potrebbe apparire come ognuno di
noi è veramente. In effetti, questa nostra potenzialità
istintiva, se utilizzata, mette in moto automaticamente
quella che è la scelta corretta ed appropriata in funzione del
nostro programma genetico. Un programma che, rispetto al
sistema di credenze, non solo offre un numero di
opportunità sempre più ampio, ma permette una scelta che
integra ed equilibra queste parti in lotta fra loro.
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Infine, al terzo approccio con lo specchio, potremmo andare
alla ricerca di chi scegliamo di voler essere o diventare, nel
momento in cui imparassimo ad armonizzare fra loro il
sistema di credenze e questa natura istintiva che, entrambe,
ci appartengono. I comportamenti e gli avvenimenti si
susseguirebbero con una energia diversa, originata dalla
consapevolezza di come ci si sente, di cosa si desidera e di
cosa si è disponibili a fare (e quale prezzo pagare) per
onorare la propria vita e ottenere ciò che si vuole. Questo
passaggio presuppone la conoscenza. Comprendere i nostri
meccanismi di reazione utilizzati nel passato, e che sono
stati utili alla sopravvivenza del momento e nel momento,
costituisce la chiave per il cambiamento: nasce la
DISPONIBILITA’ ad
attivare ed installare finalmente memorie positive in noi (un
nuovo software il cui programma da eseguire viene scritto
da noi), che vadano a sostituire nel tempo le vecchie e non
più desiderate modalità comportamentali (il vecchio
software installato in noi nel corso della nostra vita, dal
concepimento- e anche prima – sino ad oggi). E
sottolineiamo “le modalità non più desiderate”, poiché il
nostro passato e le esperienze che ne sono scaturite non
vanno incautamente abbandonate, come se, all’improvviso,
non ci appartenessero più.
I nostri indicatori fisici quindi, una volta conosciuti ed
individuati, costituiscono per ognuno di noi dei punti di forza
grazie ai quali affrontare le tematiche della nostra vita con una energia e
passione che ci sono naturali e spontanei in quanto
appartenenti al nostro programma genetico. Ci
conosceremo e ci accetteremo per quello che veramente
siamo e non per quello che pensiamo di essere o di dover
essere.
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La difficoltà nasce quando noi non utilizziamo più, o solo in
parte, questi nostri punti di forza poiché li neghiamo o ne
siamo totalmente inconsapevoli e quindi affrontiamo in
modo innaturale le situazioni che la vita ci propone, solo
perché continuiamo a reagire sulla base delle esperienze del
passato, anziché riappropriarci del potere di scegliere. Ed è
proprio così: ogni indicatore fisico ha un suo potere. La conoscenza del
significato dei nostri lineamenti, da sola, non sarebbe
sufficiente .Il salto di qualità è determinato dalla continua e
consapevole scelta di usare le nostre potenzialità istintive.
D’altra parte se noi possedessimo un cavallo che avesse le
caratteristiche strutturali di un animale da soma, lo
iscriveremmo ad una gara di velocità? E viceversa , un
animale da corsa ci verrebbe naturale utilizzarlo per
trasportare pesi ? E perché allora comportarci nei nostri
confronti come non faremmo neanche con un animale?
Il nostro sistema di credenze entrerà fortemente in
funzione ogni qualvolta andremo ad analizzare una struttura
che ci riguarda. Nella nostra cultura, tendiamo a classificare,
a dare un’etichetta a tutto ciò che ci riguarda. Positivo e
negativo saranno le categorie che entreranno in funzione
ogni volta che andremo a verificare su noi stessi la tipologia
di un tratto. In realtà si dovrà prendere coscienza che non
esistono strutture migliori e peggiori, positive o negative:
esistono indicatori fisici diversi che ci rendono “UNICI”.
Continuare a giudicarci in base a criteri preconfezionati ci
impedisce di vedere la bellezza che c’è in ognuno di noi e, di
conseguenza, negli altri. Il rispetto che ci permette di
apprezzare l’unicità presente in noi è la premessa necessaria
ed indispensabile per rispettare il “diverso” che c’è negli
altri: solo così i loro comportamenti ci appariranno innati,
naturali e non rivolti “contro” la nostra persona.